Per tale motivo nei nostri territori, caratterizzati da ambienti particolarmente esposti ad una dinamica idrogeologica intensa e tale da compromettere spesso lo stesso assetto insediativo, ogni tipologia di intervento a favore dell’agricoltura e delle connesse attività di filiera, deve basarsi sull’efficienza delle strutture per il controllo delle acque in eccesso e per una regolazione dei flussi che sopperisca alla irregolare distribuzione delle precipitazioni atmosferiche.
Questi erano anche gli originari scopi fondamento della legge della Bonifica Integrale che il Serpieri poneva alla base della bonifica stessa. Tali obiettivi, non sempre sono stati perseguiti con completezza nei decenni successivi, tanto che sovente sono stati messe in atto azioni ed interventi non sempre in linea con la corretta gestione delle risorse, andando ad alterare l’equilibrato rapporto che deve intercorrere tra agricoltura e territorio.
In questo contesto è maturato il concetto che la bonifica non deve essere circoscritta al solo prosciugamento delle acque in eccesso per un uso efficiente del territorio, ma deve ricomprendere ogni azione funzionale allo sviluppo socio-economico del territorio interessato. Da tale concetto deriva appunto il termine “bonifica”, inteso nel senso latino del “bonum facere”, che, pertanto, ha assunto nel tempo una significato sempre più olistico, intendendo con esso una serie di azioni ed interventi su larga scala tesi alla manutenzione del territorio ed alla gestione delle risorse idriche.
A tali considerazioni deve essere aggiunto il fatto che le diverse zone altimetriche della montagna, della collina e della pianura appaiono profondamente interconnesse tra loro ove vengano prese in esame le tematiche inerenti l’uso dell’acqua e la difesa della potenzialità distruttiva che tale elemento può assumere. Risulta quindi evidente che ogni azione intrapresa a monte dei diversi bacini finisce per esercitare effetti anche nei territori a valle. Per tale motivo l’intervento della bonifica integrale e l’azione dei Consorzi assumono una valenza più ampia non limitata esclusivamente alle aree dove risultano maggiormente concentrate le reti di canali di allontanamento delle acque, ma estendendosi anche nella parte alta dell’intero bacino interessato.
Ad ogni modo risulta evidente il ruolo svolto dal settore primario, quale interlocutore principale della bonifica integrale sia in termini di fautore della stessa sia in termini di beneficiario insieme alle aree urbane degli effetti che da essa scaturiscono.
Infatti, recentemente è stato ampiamente rivalutato, sia a livello a comunitario che nazionale e locale, il ruolo centrale del settore agricolo in qualità di attore primario nell’azione di presidio del territorio ai fini della conservazione attiva e dinamica del suolo. Questo a compensare parzialmente le modifiche introdotte nei preesistenti equilibri idrologici e degli ecosistemi, dallo sviluppo dei settori civile, industriale e dello stesso terziario.
In tale contesto i settori agricolo e forestale si collocano come cerniera tra le caratteristiche fisiche del suolo e gli usi richiesti dall’insediamento generale, in quanto consentono la conservazione attiva e dinamica del suolo stesso, contrariamente agli altri settori che spezzano gli equilibri idrogeologici ed alterano gli ecosistemi.
E’ per tale motivo che la redazione del piano di classifica del Consorzio non può prescindere dall’analisi territoriale del comprensorio su cui esso insiste, delle sue dinamiche demografiche e dell’analisi della struttura del settore agricolo quale interlocutore delle azioni antropiche in atto sul territorio oggetto della bonifica.
Il presente volume, pertanto, partendo dall’analisi del ruolo del Consorzio nella Bonifica integrale e del suo potere impositivo, andrà a individuare le motivazioni che hanno spinto il Consorzio alla revisione del precedente Piano ed alla esplicitazione dei criteri che stanno alla base della redazione del presente, che deve essere inteso come un adeguamento del precedente piano alla recente legge regionale n.33 del 2001.